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Cos’è l’omeopatia?

Risponde la Dr.ssa Med. Antonietta Iasiello.

Si dice di tutto e di più ma forse è meglio fare qualche esempio.

Innanzitutto, vediamo cosa NON E’.

NON E’ FITOTERAPIA.

In quest’ultima si utilizzano solo sostanze vegetali dalle quali si estraggono i principi attivi e vengono somministrati secondo lo stesso criterio dei farmaci: molecole che interagiscono con i sistemi biologici secondo i principi della chimica. In Omeopatia i rimedi provengono dal regno vegetale ma anche animale e minerale e sono totalmente privi di tossicità e di effetti avversi.

NON è MAGIA, SUPERSTIZIONE o STREGONERIA.

Numerosi studi scientifici dimostrano l’efficacia sia in vivo che in vitro sui sistemi biologici (persino sulle piante) così come hanno dimostrato il cambiamento del comportamento chimico-fisico dell’acqua che viene in contatto con i rimedi altamente diluiti.

NON E’ IMPROVVISAZIONE.

La sua pratica richiede una competenza specifica, frutto di anni di studio e lavoro oltre alla conoscenza di tutti i quadri di malattie naturali e del concetto di salute e fisiologia.

L’Omeopatia Classica (Unicista) è nata alla fine del XVIII secolo da alcune osservazioni di un medico tedesco, Samuel Hahnemann, riprodotte poi in innumerevoli sperimentazioni che hanno portato alla dottrina alla base di questa disciplina. Metodo scientifico rigorosissimo del quale è tutto documentato e disponibile.

In Omeopatia nulla è lasciato al caso. Esistono regole precise a cui attenersi sia per praticarla sia per valutare il decorso clinico. È richiesto, per poterla praticare, un corso di studi di 4 anni. Una vera specializzazione medica.

È definita “atto medico” in alcuni paesi fra cui l’Italia ma all’estero è praticata anche dai Naturopati, come in Svizzera o in Germania, ad esempio. Vi sono paesi al mondo in cui è utilizzata al pari della medicina ufficiale (come in India) e altri in cui è riconosciuta dalle assicurazioni sanitarie che ne rimborsano i costi (come in Svizzera).

L’OMS, sulla base di rigorosi studi scientifici, ne promuove l’utilizzo in tutto il mondo insieme ad altre discipline mediche naturali in un programma che ne prevedeva l’introduzione e l’applicazione entro il 2023. Il consenso da parte dell’opinione pubblica cresce sempre di più come anche la richiesta da parte dei pazienti e per patologie sempre più complesse. Chi la utilizza è soddisfatto sia per i risultati sulle patologie trattate sia per il lavoro di prevenzione che svolge. Le medicine naturali sono quelle che si occupano del vero aspetto preventivo. La medicina ufficiale lavora solo se c’è malattia. Per essa quella che è chiamata prevenzione è in realtà diagnosi precoce. Se si fa tutti gli anni un PAP test, non si sta prevenendo il contatto con il papillomavirus o rinforzando le difese affinché non attecchisca ma si sta cercando soltanto il momento in cui comincia a dare segno della sua presenza. Ma in quel momento ho già la malattia. Vale lo stesso per tutti i tipi di screening (mammografia, colonscopia, ecc…).

CON L’OMEOPATIA INVECE COSA ACCADE?

Il “rimedio” omeopatico (non si chiama farmaco, per distinguerlo) non agisce sostituendosi ai meccanismi di guarigione del corpo (come fanno i farmaci) ma alleandosi con essi. Stimola la reattività dell’organismo nella direzione della guarigione innescando una risposta nell’individuo che inverte la tendenza e che è l’opposto di quella che ha generato lo stato di malattia. Posso fare due esempi per far comprendere meglio.

  1. Immaginate che il paziente sia una macchina ingolfata (la malattia). Ha tutto a posto ma qualcosa le impedisce di partire. Ecco! L’Omeopatia è come la spinta che diamo a quella macchina. Dopo farà tutto da sola. La daremo solo ogni tanto una spinta (ripetizione del rimedio) fino a quando non avrà completamente risolto il problema (guarigione). Ovviamente dobbiamo conoscere il tipo di macchina che dobbiamo spingere. Un conto è farlo con una Smart, un conto è se di tratta di una Ferrari o addirittura di un TIR con rimorchio. Dovremo calibrare la forza e la direzione della spinta altrimenti rischiamo di non essere efficaci o di mandare a sbattere una piccola vettura. Ecco perché è una cura strettamente personalizzata. Ci son tante cure diverse quanti sono i pazienti. In questo esempio c’è anche il ruolo di chi guida l’auto (il paziente e la sua unità psico-fisico-spirituale). E’ necessario che assecondi le indicazioni di chi gli dà la spinta lasciando il freno, innescando la marcia giusta, guardando la strada e tutto ciò che incontra, facendo rifornimento e tenendo d’occhio le spie del cruscotto. Insomma…fare la sua parte correggendo lo stile di vita e vivendo con equilibrio nel rispetto dei ritmi e delle funzioni del corpo e della mente.
  2. Un altro esempio che trovo calzante e che spiega come lavoriamo è quello di un terreno (il paziente) sul quale crescono erbacce e piante infestanti (sintomi di malattia visibili). Ci sono diversi modi di praticare l’Omeopatia. C’è chi strappa di continuo le erbacce (ad esempio curare solo i singoli episodi di malattia come, ad esempio, le tonsilliti nei bambini, i sintomi di allergia, ecc…) e chi invece elimina le radici estirpandole e rafforzando il terreno per renderlo inospitale (curare lo stato cronico di fondo da cui periodicamente riemergono i sintomi). A volte il terreno crede che non si stia facendo nulla perché vede le piante infestanti tutte lì (ma come?!… Ho preso un rimedio e ancora non accade nulla? Ma quanto tempo ci vuole?… Con un farmaco avrei già risolto, avrei strappato queste erbacce!…). Poi un bel giorno si accorge che cominciano a seccare e al loro posto cominciano a crescere alberi da frutto, ortaggi. Ed è accaduto in maniera così dolce che a volte si deve ricondurre il paziente a ricordare come erano quelle erbacce e come soffocavano il terreno avendogli tolto anche la gioia di vivere, la creatività…

ECCO COS’E’ L’OMEOPATIA!

Una alleata del nostro potere di autoguarigione che di suo è immensamente più forte della capacità di ammalarci. Siamo programmati per poter guarire. Nessuna forma di “cura” guarisce. Solo il nostro sistema immunitario e i meccanismi di riparazione innati (parte integrante di una unità che la scienza oggi definisce asse PNEI, Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario) sono in grado di farlo. L’Omeopatia ha il grande pregio di innescare e accompagnare questo processo senza sostituirsi ad esso. Quelli che sono poi i risultati dipendono da molte variabili: stile di vita, stress, cause non rimosse o non rimovibili, predisposizione genetica ma anche la giusta applicazione dei principi di questa magnifica disciplina. A volte è il medico a sbagliare, non i rimedi. Non siamo perfetti e l’Omeopatia è anche un’arte. L’arte di entrare in sintonia con il paziente come un tutt’uno, con una mente unica e un corpo che lo è altrettanto. Con un vissuto che non è di nessun altro. Con una reattività che possiamo comprendere solo seguendolo nel tempo con un metodo attento e privo di pre-giudizi. In Omeopatia non esistono protocolli. Sono impossibili. Ogni persona è un universo da esplorare e conoscere per riportarlo all’equilibrio psicofisico. E concludo con le parole del nostro Maestro, S. Hahnemann, perché meglio non saprei e non potrei dire quale deve essere la visione di un medico del fine di riportare l’individuo alla salute: “ (…) Lo spirito raziocinante che abita l’organismo può pertanto liberamente usare questo strumento di energia vitale (il corpo fisico) per raggiungere i più alti scopi dell’umana esistenza.”

Non perdiamo mai di vista perché esistiamo e il medico è qualcuno che deve accompagnare chi ha perso l’equilibrio affinché possa ritrovarlo per vivere in piena libertà la propria realizzazione personale. Questa visione rende l’Omeopatia una scienza al servizio della VITA e non solo di quella biologica.